GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale
GNGTS 2019 S essione 3.2 639 e in facies arenaceo-pelitica per la destra idrografica del torrente Caronia costituisce il limite impermeabile del CCI. Dall’analisi dei depositi costieri si è evidenziato come nel settore orientale del CCI questi si riducano notevolmente in ampiezza e spessore non superano i 5 metri. Questo settore costituisce quindi solo una esigua fascia di transizione tra i corpi idrici adiacenti a quello della fiumara di Caronia ed il mare ed è quindi stato considerato come idrogeologicamente inconsistente ed inglobato nei corpi idrici a monte. Per questo motivo è stata proposta la riperimetrazione del CCI, escludendo il settore orientale. Gli spessori del CCI estrapolati dai rilievi puntuali, SEV e HVSR, sono stati interpolati utilizzando un algoritmo di tipo kriging con il software Surfer, che ha permesso quindi di rappresentare la mappa degli spessori delle alluvioni che costituiscono il CCI e la superficie che lo delimita inferiormente (carta della profondità del bottom) come rappresentato in Figura 3. Il corpo idrico riperimetrato mostra due aree con spessori significativi: la più piccola, che si stende per circa 0.1 km2, è localizzata nella porzione estrema orientale, dove si raggiungono spessori di 30 m; la più grande, con un’estensione di circa 0.4 km2, è localizzata ad ovest dell’attuale delta, dove si raggiungono spessori di circa 40 metri. In particolare quest’area risulta impostata su un lineamento strutturale orientato NNO- SSE, come si riscontra nella cartografia geologica ufficiale. Il lineamento appena decritto andrebbe a chiudere il CCI ad est secondo la proposta di riperimetrazione; quest’ultimo è stato infatti interpretato come una soglia di permeabilità che borda l’acquifero ad oriente. La ricostruzione del letto del corpo idrico è un dato fondamentale di input per la costruzione di un modello matematico di flusso (modflow) che è stato calcolato grazie all’utilizzo del tool Freewat di Qgis. Per il calcolo del modflow è stata considerata la sola porzione di piana alluvionale del CCI L’area è stata discretizzata in una griglia regolare 50 m x 50 m. Lo strato inferiore è stato ottenuto dalla modellizzazione dei dati geofisici e come strato superiore è stata utilizzata la superficie topologica. L’area del CCI non ricadente all’interno della piana alluvionale, come anche l’area esterna al CCI è stata considerata come area a flusso nullo (Fig. 3 in basso a sinistra).La ricarica (piogge) è stata desunta dal bilancio idrogeologico che per l’area di Caronia risulta uguale 161 mm/anno. Il modello di flusso realizzato (Figura 3 in basso a destra) non è stato vincolato nella sua elaborazione da misure piezometriche. Tuttavia il modello di circolazione elaborato è risultato piuttosto soddisfacente in quanto dall’analisi di alcune sue sezioni sono state ritrovate corrispondenze con le misure piezometriche eseguite all’intero del CCI e con l’andamento del bacino idrografico Fig. 2 - Modello geoelettrico 3D ottenuto dall’interpolazione delle colonne elettrostratigrafiche dei sondaggi SEV reinterpretati; nei riquadri sulla destra sezioni del modello a profondità pari a 45 m (A) e 70 m (B).
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=