GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

650 GNGTS 2019 S essione 3.2 d’indagine nei materiali indagati. I 19 profili sono stati georiferiti con un sistema GPS Ublox EVK-5T. Le tracce acquisite con le antenne da 200 e 500 MHz sono state acquisite per una durata totale di 100 ns e 512 campioni/traccia mentre i profili con l’antenna da 900 MHz sono stati acquisiti per una durata pari a 50 ns e 512 campioni/traccia. La distanza media tra tracce consecutive lungo ciascun profilo è risultata 0.024 m. L’elaborazione dei radargrammi, avvenuta in ReflexW 9.0, è consistita in: i) eliminazione delle componenti a bassa frequenza (dewow); ii) filtro passa-banda di tipo Butterworth a cavallo della frequenza centrale di ogni antenna; iii) spostamento del tempo d’inizio di ogni traccia per rimuovere il ritardo introdotto dal sistema; iv) eliminazione delle porzioni di traccia registrate a tempi maggiori di 50 ns (oltre i quali il rapporto segnale/rumore appariva visibilmente ridotto e non si osservavano riflessioni utili nei radargrammi); v) applicazione di un guadagno manuale per recuperare l’ampiezza delle tracce a tempi/profondità crescenti; vi) sottrazione della traccia media lungo il profilo (background removal) per attenuare l’effetto di banding orizzontale nei radargrammi. Sui radargrammi processati è infine stata condotta un’analisi degli attributi (texture attribute analysis) per supportare l’interpretazione dei risultati. Gli attributi tessiturali di ciascuna immagine radar sono stati estratti utilizzando una matrice di co-occorrenza, con celle di dimensioni approssimative 0.15 m x 0.15 m, per quantificare le relazioni spaziali tra le ampiezze e le riflessioni ricorrenti tra celle adiacenti. L’attributo homogeneity, che fornisce una stima locale della omogeneità del dato radar tra celle vicine, è stato scelto per evidenziare le differenze tessiturali e strutturali nei mezzi indagati, in particolare per distinguere la disomogeneità dei depositi periglaciali, del suolo, e del primo orizzonte di substrato alterato e/o fratturato dal sottostante substrato roccioso compatto e più uniforme. Risultati. In Fig. 2 è riportato un esempio di tomografia elettrica (ERT1 in Fig. 1b) e un radargramma (500 MHz, n. 1 in Fig. 1b) acquisiti sul plateau lungo lo stesso profilo. Uno strato discontinuo e con spessore variabile, avente valori di resistività inferiori a 7 kΩ·m, appare a meno di 1 m di profondità nei risultati della tomografia elettrica (Fig. 2a). Questo corpo a resistività relativamente bassa è individuato in tutte le tomografie corte acquisite, con valori di resistività che tendono a decrescere verso 3 kΩ·m procedendo verso est, nella parte centrale del plateau. Le misure dirette sui materiali del suolo effettuate con il quadripolo singolo, confermano valori di resistività nel range 2.9-4.2 kΩ·m. Questo corpo a resistività relativamente bassa è stato di conseguenza interpretato come suolo, presente al di sotto della copertura pietrosa periglaciale del plateau. Le analisi granulometriche e chimico-fisiche effettuate sui campioni di suolo prelevati nelle trincee esplorative (2017) indicano una tessitura prevalentemente sabbiosa degli stessi (circa 78% sabbia, 20% limo, 2% argilla) tipica dei suoli Alpini di alta quota, con contenuto di carbonio organico nel range 0.3-2%. Il substrato roccioso sottostante appare invece caratterizzato da valori di resistività elettrica variabili da profilo a profilo, che raggiungono valori di oltre 20 kΩ·m all’estremità orientale del plateau, in prossimità della parete rocciosa strapiombante sulla valle sottostante. Al centro del plateau (ERT 5, in Fig. 1b) la resistività del substrato mostra valori inferiori, nel range 10- 15 kΩ·m. Queste variazioni laterali sono state interpretate come il risultato del diverso grado di fratturazione del substrato roccioso su cui i suoli si sviluppano. Le sezioni di resistività trasformate in sezioni di gradiente totale normalizzato (Fig. 2b) hanno permesso di evidenziare la continuità laterale del contatto tra suolo e substrato sottostante e di fornire una stima della potenza del suolo in esame lungo i vari profili indagati (10-70 cm). L’analisi dei radargrammi elaborati (Fig. 2c) ha messo in luce la complessità dei rapporti tra coperture periglaciali, suoli e substrato nel primo metro di profondità. Tale complessità rende difficile e talvolta soggettiva l’individuazione di una transizione netta tra i materiali del suolo e il substrato. All’interno del suolo, le riflessioni appaiono sub-orizzontali e debolmente continue lateralmente a bassa profondità. Oltre 0.5 m di profondità, si incontrano riflessioni con pendenze più marcate, a vario angolo, che si intersecano localmente. Questi risultati

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