GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

74 GNGTS 2019 S essione 1.1 del 2016-2018. Infatti, l’area appenninica interessata da questo studio si estende dal settore aquilano immediatamente a sud della sequenza del 2009 fino al Beneventano, e dal settore romano dei Colli Albani fino al Gargano. Questa è un’area che comprende l’intera regione del Molise ed ampi settori delle regioni Lazio, Abruzzo, Puglia e Campania. I dati del periodo 2009- 2013 sono stati già pubblicati in un lavoro nell’ambito di un progetto di studio della sismicità appenninica (Progetto SLAM, Frepoli et al ., 2017). Questo primo database comprende circa 6.800 eventi. A partire dalla fine del 2013 abbiamo voluto estendere l’area di studio più ad est e a sud per includere alcune importanti sequenze avvenute negli ultimi anni [sequenza del Matese 2013-2014, 900 eventi con mainshock di M w 5.0; sequenza di Baranello-Vinchiaturo (CB), 600 eventi con mainshock di M w 4.3; sequenza di Montecilfone-Larino (CB) del 2018, più di 1000 eventi con mainshock di M w 5.1]. Il modello di velocità 1D per questo settore appenninico (modello SLAM, Frepoli et al ., 2017), ottenuto con un algoritmo genetico a partire dal vasto database sismico del periodo 2009- 2013, ci ha consentito di rilocalizzare con maggiore precisione tutti gli eventi di questo studio. In particolare, per la sequenza del Matese 2013-2014 abbiamo notato che sia il mainshock che le repliche ricadono nelle profondità ipocentrali classiche per tutta la sismicità situata lungo l’asse della catena appenninica (6-16 km), a differenza di alcuni lavori precedenti (Ferranti et al ., 2015; Di Luccio et al ., 2018; nei quali sono stati analizzati un numero minore di dati) che pongono questa sismicità a profondità maggiori ipotizzando addirittura l’esistenza di intrusioni magmatiche profonde sotto il Matese (Di Luccio et al ., 2018). Solo la porzione adriatica dell’area in studio presenta eventi con profondità ipocentrali più grandi, comprese tra i 20 ed i 30 km. In questo settore, a differenza di quello che copre la fascia appenninica caratterizzato da eventi con meccanismi estensionali, è presente un regime di stress trascorrente destro. Molti meccanismi focali calcolati in questo lavoro arricchiscono le conoscenze su questo regime di stress già acquisite in passato con le sequenze di Potenza (1990-1991; Ekstrom, 1994) e di San Giuliano di Puglia (2002; Di Luccio et al ., 2005). Come sviluppi futuri, a partire da questo database integrato, ci proponiamo di calcolare un gran numero di meccanismi focali con la lettura delle polarità dei primi arrivi per poter Fig. 1 - Eventi del database integrato 2009-2019 rilocalizzati con tutti i dati disponibili (reti permanenti, temporanee e stazioni accelerometriche).

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