GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale
GNGTS 2019 S essione 1.1 75 compiere analisi dettagliate sul campo di stress locale e le sue variazioni nello spazio. Inoltre, tramite una analisi tomografica, si vuole procedere per il calcolo di un modello di velocità 3D valido per questo settore appenninico e fruibile per il servizio di sorveglianza sismica della sala operativa INGV. Tutta l’area in studio è stata interessata in passato da importanti eventi sismici. Riteniamo che questo lavoro potrà dare importanti risultati sia per l’interpretazione geodinamica che per la valutazione dell’ hazard sismico. Bibliografia De Luca G.; 2011: La Rete Sismica regionale d’Abruzzo e sua integrazione con la RSN . Da Miscellanea INGV, Riassunti estesi del I° Workshop Tecnico Monitoraggio sismico del territorio nazionale: stato dell’arte e sviluppo delle reti di monitoraggio sismico - Roma 20-21 Dicembre 2010, pp. 22-23. Di Luccio F, Fukuyama E., Pino N.A.; 2005: The 2002 Molise earthquake sequence: What can we learn about the tectonics of southern Italy? Tectonophysics, 405(1-4), 141-154. Di Luccio F., Chiodini G., Caliro S., Cardellini C., Convertito V., Pino N.A., Tolomei C., Ventura G.; 2018: Seismic signature of active intrusions in mountain chains . Science Advances, 4.1. Ekstrom G.; 1994: Teleseismic analysis of the 1990 and 1991 earthquakes near Potenza . Annals of Geophysics, 37.6. Ferranti L., Milano G., Burrato P., Palano M., Cannavò F.; 2015: The seismogenic structure of the 2013-2014 Matese seismic sequences, Souhern Italy: implication for the geometry of the Apennines active extensional belt . Geophysical Journal International, 201 (2), 823-837. Frepoli A., Cimini G.B., De Gori P., De Luca G., Marchetti A., Monna S., Montuori C., Pagliuca N.M.; 2017: Seismic sequences and swarms in the Latium-Abruzzo-Molise Apennines (Central Italy): new observations and analysis from a dense monitoring of the recent activity . Tectonophysics, 712-713, 312-329. VARIAZIONE DELLO STRESS DI COULOMB A SEGUITO DEL TERREMOTO DEL 30 OTTOBRE 2016: INTERAZIONE TRA LE FAGLIE DI NORCIA E DEL MONTE VETTORE A. Galderisi 1,2 , P. Galli 3,1 , O. Trotta 4 1 CNR-IGAG, Roma, Italia 2 Università degli studi di Chieti-Pescara, dipartimento INGEO, Italia 3 Dipartimento Protezione Civile, Roma, Italia 4 Università di Roma, La Sapienza, Italia Introduzione . In questo lavoro abbiamo applicato diverse metodologie analitiche al fine di esplorare le modalità del trasferimento frontale dello stress statico di Coulomb tra due sistemi di faglie sismogeniche. Lo spunto è stato offerto dalla formazione di una serie di rotture di superficie osservate lungo i piani di faglia del sistema di Norcia (NFS) a seguito dell’evento sismico del 30 ottobre 2016. Quest’ultimo, come ben noto, non è stato generato dal NFS, ma dal sistema di faglie del Monte Vettore (MVFS). Dal momento che i dati sismologici relativi alla sequenza sismica del centro-Italia (Chiaraluce et al. , 2017; Improta et al. , 2019) non hanno evidenziato alcun evento di elevata magnitudo associabile al NFS, ci si è interrogati sulla natura di queste rotture e sulla possibile interazione tra questi due sistemi di faglie parallele. Inizialmente è stato condotto un rilevamento geologico-strutturale lungo tutto il NFS, cartografando le rotture cosismiche e calcolandone lo slip-vector . Laddove la rottura cosismica si presentava associata ad un piano di faglia abbiamo anche misurato i rake delle slickenlines e i vari indicatori cinematici. L’elaborazione di immagini satellitari provenienti da Sentinel-1 e di Alos-2 ha consentito di individuare, nel bacino di Norcia, un sollevamento cosismico di circa 15 cm. È stato quindi calcolata la variazione dello stress di Coulomb prodotta dal MVFS a seguito dell’evento del 30
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