GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

GNGTS 2019 S essione 1.1 77 sintetico di Poggio Valaccone (PVF), l’estensione osservata è ~400 m, con offset verticale di pochi centimetri o beanze. Infine, lungo lo splay sintetico Wall Norcia Fault (WNF), l’offset verticale massimo osservato è di ~18 cm per ~300 metri. Lo slip vector mostrato dalle rotture cosismiche lungo questi splay indica una cinematica dip-slip. Nel dicembre 2017, Galli et al. (2018) hanno scavato una trincea per studi paleosismologici lungo la rottura cosismica del SFP ove si è riscontrato che detta rottura è avvenuta in corrispondenza dell’espressione superficiale dello splay principale osservato sulle pareti della trincea. Analisi InSar . È stata utilizzata la tecnica di interferometria satellitare (InSAR) per misurare le deformazioni relative a un’area di ~4700 km 2 . Sono state utilizzate due immagini satellitari del 26 ottobre e 1 novembre 2016, provenienti dal satellite Sentinel-1 (1A – 1B) in geometria ascending. Le immagini sono state processate tramite il free software SNAP (http://www.esa.it ) grazie alla tecnica TOPSAR Interferometry (http://www.sentinel.esa.int ). È stato così ottenuto un primo interferogramma dell’area, ossia la mappa di deformazione del suolo misurata lungo la LoS (Line of Sight) del sensore, in termini di fase (Prati et al. , 1990) che mostra chiaramente un’area di sollevamento nell’hanging wall della faglia di Norcia (Fig. 2a). Di fatto, analizzando la mappa della deformazione verticale ottenuta dal satellite ALOS-2 con il radar PALSAR-2 si può osservare una fluttuazione verticale di oltre 70 cm, con un massimo di abbassamento nel bacino di Castelluccio e un uplift di ~15 cm nel bacino di Norcia (Fig. 2b). Fig. 2 - a) Interferogramma in bande dell’area di studio. In blu lungo il MVFS, in nero il NFS. I tratti rossi sul NFS sono le evidenze di rotture cosismiche. Lo steroplot è relativo ai dati di faglia strutturali misurati lungo la faglia bordiera di Norcia. b) Mappa della deformazione prodotta dall’evento del 30 ottobre (estratta da https://www.eorc . jaxa.jp/ALOS-2/img_up/jdis_pal2_ita-eq_20160825.htm#20161111_add ). In giallo il MVFS, in nero il NFS. Trasferimento dello stress statico di Coulomb. Secondo la teoria del cambiamento di stress di Coulomb, a seguito di un evento sismico parte dello stress statico può essere trasferito a sistemi di faglie vicini (King et al. , 1994). Già alcuni autori hanno analizzato la variazione dello stress statico di Coulomb prodotto dall’evento del 30 ottobre (Improta et al. , 2019 e bibliografia), con particolare riferimento alle interazioni laterali che intercorrono tra i sistemi sismogenetici limitrofi (Mildon et al. , 2019). Nel nostro caso, invece, si osserva che parte dello stress di Coulomb è trasferito frontalmente dal MVFS al NFS. Abbiamo quindi calcolato le variazioni di stress di Coulomb generate il 30 ottobre dal MVFS utilizzando il software Coulomb 3.3 (Toda et al. , 2011). Per definire la variazione dello stress di Coulomb il software si avvale di questa equazione: ΔCSC = Δτs + μΔσ n dove ΔCST è la variazione dello stress di Coulomb (Coulomb Stress Change – CSC), Δτs è la variazione dello shear stress , μ è il coefficiente di frizione e Δσ n è la variazione dello stress normale. I parametri di faglia immessi nel software sono:

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