GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale

GNGTS 2019 S essione 1.1 79 a circa 6.5 km di profondità nel footwall del NFS, in corrispondenza della parte profonda del MVFS. In altre parole, questo suggerisce che quando il MVFS si attiva, viene aumentato lo stress statico di Coulomb solamente nella porzione più superficiale di crosta attraversato dal NFS, mentre quando si attiva la NFS è lo stress statico nella porzione profonda attraversato dal MVFS che aumenta. Considerando che gli slip vector osservati lungo le rotture cosismiche indicano una cinematica dip-slip pura, mentre le slickenlines misurate sui piani di faglia bordiera, indicano una cinematica obliqua sinistra (i.e., con direzione d’estensione appenninica), compatibile con il campo di stress attuale, è possibile che l’attivazione sul NFS a seguito dell’evento del 30 Ottobre non sia imputabile a dinamiche di deformazione indotte dal rilascio dello stress tettonico appenninico. Escludendo fenomeni di compattazione differenziale o movimenti di versante indotti dallo scuotimento cosismico – impossibili, peraltro, negli splay della piana - possiamo dunque ipotizzare che l’improvviso aumento dello stress di Coulomb indotto dalla rottura di MVFS, accoppiato al sollevamento cosismico del blocco di Norcia, abbiano indotto un gravity-slip passivo lungo i piani di faglia preesistenti, ossia gli splay del NFS. Come ipotesi finale, ancora tutta da esplorare, considerando la lunga storia paleosismica dei due sistemi di faglie (Galli et al. , 2018; 2019), è possibile che il MVFS e il NFS interagiscono da migliaia di anni, inducendo vicendevolmente variazioni dello stress di Coulomb l’uno nell’hanging wall dell’altro. Ma mentre l’attivazione del MVFS sembra favorire solamente la formazione di rotture passive superficiali lungo il NFS, l’attivazione del NFS, che sembra precedere di 100-500 anni quella del MVFS, potrebbe agire da triggering per la rottura completa di quest’ultimo. Bibliografia Chiaraluce L., Di Stefano R., Tinti E., Scognamiglio L., Michele M., Casarotti E., Cattaneo M., De Gori P., Chiarabba C., Monachesi G., Lombardi A., Valoroso L., Latorre D., Marzorati S., 2017. The 2016 Central Italy seismic sequence: a first look at the mainshocks, aftershocks, and source models . Seism. Res. Lett., 88, 757-771. Galli P., Galadini F., Calzoni F., 2005. Surface faulting in Norcia (central Italy): a “paleoseismological perspective”. Tectonophysics, 403, 117–130. Galli P., Galderisi A., Ilardo I., Piscitelli S., Scionti V., Bellanova J., Calzoni F., 2018. Holocene paleoseismology of the Norcia fault system (Central Italy) . Tectonophysics, 745, pp. 154–169. Galli P., Galderisi A., Peronace E., Giaccio B., Hajdas I., Messina P., Pileggi D., Polpetta F., 2019. The awakening of the dormant Mt Vettore fault (2016 central Italy earthquake, Mw 6.6). Paleoseismic clues on its millennial silences . Tectonics, 38, 687-705. King, G.C.P., R.S. Stein, J. Lin. 1994. Static stress changes and the triggering of earthquakes . Bull. Seismol. Soc. Amer., 84 (3), 935-953. Improta L., Latorre D., Margheriti L., Nardi A., Marchetti A., Lombardi A., Castello B., Villani F., Ciaccio M., Mele F., Moretti M., The Bollettino Sismico Italiano Working Group, 2019. Multi-segment rupture of the 2016 Amatrice-Visso-Norcia seismic sequence (central Italy) constrained by the first high-quality catalog of Early Aftershocks . Scientific Reports, 9:6921. INGV Working Group “Terremoto in centro Italia”. Summary report on the October 30, 2016 earthquake in central Italy Mw 6.5. (2016). Mildon Z.K., Roberts G.P., Faure Walker J.P., Toda S., 2019. Coulomb pre-stress and fault bends are ignored yet vital factors for earthquake triggering and hazard. Nature Communications, 10:2744 Prati C., Rocca F., Monti Guarnieri A., Damonti E., 1990. Seismic migration for SAR focusing: Interferometrical applications . IEEE Transactions on Geoscience and Remote Sensing, Vol.28, N.4, pp.627-640. Toda, S. and Enescu, B., 2011. Rate/state Coulomb stress transfer model for the CSEP Japan seismicity forecast . Earth Planets Space, 63(3), 171–185. Sitografia http://www.esa.it http://www.sentinel.esa.int https://www.eorc.jaxa.jp http://www.eas.slu.edu

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