GNGTS 2019 - Atti del 38° Convegno Nazionale
GNGTS 2019 S essione 1.1 83 NUOVI DATI SUL TERREMOTO DEL 1599 A CASCIA E SULLA POSSIBILE SORGENTE SISMOGENICA P. Galli 1,2 , A. Galderisi 2,3 , R. Marinelli 4 , P. Messina 2 , E. Peronace 2 , F. Polpetta 2,5 1 Dipartimento Protezione Civile, Rome, Italy 2 CNR-IGAG, Rome, Italy 3 University Chieti-Pescara, Italy 4 free lance researcher, Cascia, Italy 5 DST Sapienza University, Rome, Italy Introduzione. La regione colpita dalla sequenza distruttiva del 2016, nei secoli passati, è stata l’area epicentrale di frequenti terremoti di elevata energia, alcuni catastrofici, come quello avvenuto il 14 Gennaio 1703 (Mw 6.9, XI grado MCS). In particolare, il settore nursino di questa regione vanta il poco invidiabile primato di essere zona sorgente di almeno 7 terremoti con vasti effetti macrosismici di intensità ≥ VIII-IX MCS e magnitudo tra 5.8 e 6.9, avvenuti a partire dal 1328, uno di media ogni secolo. Ad eccezione della sequenza del 2016 - in gran parte generata dal sistema di faglie del Monte Vettore, ivi compreso il mainshock del 30 Ottobre (Mw 6.6) – gli eventi dei secoli scorsi, e specificatamente quelli del 1328 (Mw 6.5), 1599 (Mw~6.0), 1703 (Mw 6.9), 1730 (Mw 6.0), 1859 (Mw 5.7) e 1979 (Mw 5.8), sono stati tentativamente associati all’attivazione parziale o completa del complesso e segmentato sistema di faglie normali di Norcia, esteso NNW-SSE per oltre 30 km da Preci al Monte Alvagnano (Galadini et al. , 1999; Galli e Galadini, 1999; Galli et al. , 2005; 2017; 2018). L’associazione tra i singoli terremoti e i diversi segmenti di faglia del sistema di Norcia si basa in gran parte sulla coincidenza spaziale tra le aree di massima intensità di ciascun evento e l’ hanging wall dei segmenti. Questa assunzione, almeno per il terremoto del 1703, è geologicamente provata grazie ai risultati di una vasta campagna paleosismologica condotta sugli splays sintetici ed antitetici nella piana di Norcia ove, nelle 10 trincee aperte, è stata riconosciuta e datata la fagliazione del 1703 (Galli et al. , 2005; 2018). Dal momento che il terremoto del 1703 - insieme ai diversi altri paleoeventi individuati nelle trincee - è l’unico con una magnitudo compatibile ad una estesa ed importante rottura di faglia (p.e., gli oltre 30 km del sistema di Norcia), l’attribuzione degli altri eventi storici minori (Mw~6) alle singole sorgenti dell’area è difficilmente comprovabile geologicamente e quindi fortemente vincolata alla quantità e qualità dei dati macrosismici, oltre che alla loro distribuzione. Tra gli eventi più problematici vi è quello del Novembre 1599, studiato da Baratta (1901) che scoprì, nella Biblioteca Apostolica Vaticana, una copia dell’unica relazione coeva dalla quale fino ad oggi, in grandissima parte, discendeva la conoscenza del terremoto e la sua parametrizzazione. In questo nuovo lavoro, oltre allo studio archivistico di numerose fonti inedite sul terremoto, i rilievi che abbiamo condotto sulle faglie affioranti nella risultante area mesosismica hanno consentito di estendere le conoscenze sull’attività del sistema di Norcia e sulla possibile sorgente del 1599. La riscoperta del terremoto del 1599. Considerando la scarsità delle fonti primarie di questo evento e l’esiguo numero di località per le quali fosse possibile valutarne gli effetti in termini di intensità macrosismica (13 in area mesosismica e altri 7 “ felt ”), è stata effettuata un’approfondita ricerca negli archivi e biblioteche pubblici, religiosi e privati di Cascia e di altre località, oltre che nell’archivio di Stato di Perugia (e sezioni), nella Biblioteca Apostolica Vaticana, in quella Nazionale Centrale di Roma. In aggiunta a decine di atti pubblici, sono stati rinvenuti i manoscritti originali della relazione sul terremoto conservata in copia in Vaticano, altre relazioni manoscritte coeve sul terremoto e numerose copie di atti e manoscritti coevi andati poi perduti nei successivi terremoti. Tra le altre è stata rinvenuta la relazione originale sul terremoto del 1703, contenente informazioni inedite anche su quello del 1599, spedita al Commissario Apostolico nelle settimane seguenti ed utilizzata tout court dallo stesso nella sua Relazione generale (De Carolis, 1703).
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