GNGTS 2021 - Atti del 39° Convegno Nazionale

305 GNGTS 2021 S essione 2.2 A partire dalla seconda metà degli anni ‘70 sono state sviluppate molte schede di rilievo, con diverse finalità, alcune delle quali sono state utilizzate anche per il rilievo del danno e della vulnerabilità a seguito degli eventi sismici. La scheda di Fig. 1 venne utilizzata dopo il terremoto del 1980 per il rilievo a tappeto del danno in 41 comuni (Braga et al, 1980); essa rappresenta un adattamento alla realtà italiana di un approccio proposto negli USA nel 1978 (OES 1978, in ATC 20 1989). La scala del danno era su 8 livelli; successivamente la descrizione dell’edificio venne ampliata, il danno venne articolato su 6 livelli e fu aggiunta anche l’estensione, rilevata per la prima volta a seguito del sisma del 1984 in Abruzzo. Quest’ultima scheda prevedeva per la prima volta, anche la possibilità di indicare, nelle note, la eventuale condizione di agibilità immediata dell’edificio. L’attuale versione della scheda di rilievo del danno e agibilità per gli edifici ordinari (Baggio et al, 2007) fu messa a punto tra il 1996 e il 1997 da un gruppo di lavoro costituito da personale del Servizio Sismico Nazionale e da ricercatori del Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti (GNDT), facendo riferimento a vari tipi di schede utilizzate nei terremoti precedenti e alle schede di vulnerabilità GNDT di I e II livello. La finalità principale di questa scheda era quella di guidare il rilevatore nella valutazione della condizione di agibilità dell’edificio, attraverso il rilievo del danno e delle sue principali caratteristiche strutturali. Tale strumento, che comprendeva il rilievo del danno, dell’agibilità e dei provvedimenti di pronto intervento, con poche modifiche, è tuttora in uso (è denominata scheda AeDES). Inizialmente la scheda fu inserita nel Manuale per la gestione dell’attività tecnica nei COM (SSN e GNDT L’Aquila, 1998), anch’esso sviluppato nello stesso periodo. La scheda venne utilizzata per la prima volta a seguito del terremoto Umbria-Marche del 1997 nel solo territorio marchigiano e, nel 1998, per il censimento di agibilità degli eventi sismici occorsi nel Pollino, tra la Calabria e la Basilicata. Pochi mesi dopo fu utilizzata anche per il terremoto dei Monti Tiburtini, tra le provincie di Roma, L’Aquila, Frosinone e Rieti, l’11.03.2000. Una nuova versione venne prodotta alla fine dello stesso anno e utilizzata per il terremoto di San Giuliano, in Molise, del 2002, e poi subì un ulteriore revisione nel 2008, con l’aggiunta delle coordinate geografiche dell’edificio. Quest’ultima versione, allegata all’OPCM 3753 del 06.04.09, fu utilizzata per il censimento di agibilità conseguente al terremoto di L’Aquila (Dolce e Goretti, 2015). La stessa scheda fu poi inserita nel DPCM 5.5.11 e approvata per l’utilizzo in occasione di eventi sismici per il rilievo speditivo dei danni agli edifici ordinari; nello stesso decreto fu anche prevista la possibilità, per le amministrazioni pubbliche, di promuovere iniziative di formazione e aggiornamento in materia. La versione attualmente in uso è allegata al DPCM 8.7.14. Anche in questo caso le modifiche rispetto alla versione precedente sono state minime e riguardano essenzialmente l’aggiunta di alcuni chiarimenti alla parte relativa agli esiti di agibilità e l’introduzione della possibilità di circoscrivere le parti temporaneamente inagibili degli edifici con esito B, consentendo di fatto l’utilizzo di parte degli immobili con tale esito e limitando i decreti di inagibilità. A partire dal 2002, anno in cui venne istituita un’apposita commissione tecnico-scientifica (Angelettiet al, 2002), sono state sviluppate varie proposte di lettura della tabella delle tipologie murarie della sezione 3 della scheda e della tabella del danno agli elementi strutturali della sezione 4. Una prima classificazione è operata già all’interno della scheda stessa: le caselle della tabella della sezione 3 sono colorate con tonalità di grigio più marcate all’aumentare della vulnerabilità. Altre classificazioni della vulnerabilità degli edifici censiti con le schede Aedes sono state proposte molte volte nel corso del tempo, tra cui (Di Pasquale e Goretti, 2001), (Bernardini, 2001) e, più recentemente in (Lagomarsino et al, 2015) oppure in (Rosti et al 2018) La sezione 3 della scheda, d’altra parte, è fortemente sbilanciata nella caratterizzazione degli edifici in muratura, ai quali sono dedicati ben 40 campi, rispetto ai soli 7 campi dedicati complessivamente alle costruzioni in c.a. e acciaio.

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