GNGTS 2021 - Atti del 39° Convegno Nazionale
307 GNGTS 2021 S essione 2.2 La tabella con la descrizione del danno agli elementi strutturali della Sezione 4 della scheda è stata oggetto di molte elaborazioni volte a trasformare la descrizione estesa del danno presente nella scheda in un unico indice numerico, quali ad esempio le modalità descritte in (Angeletti et al, 2002) e in (Dolce et al, 2019), quest’ultima è stata sviluppata nell’ambito di un gruppo di lavoro tra il CNR-ITC di L’Aquila e il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile finalizzato all’analisi dei danni successivi all’evento sismico del 2009. In questo caso, la difficoltà maggiore riguarda la possibilità di produrre un indice di danno che rappresenti, con le giuste proporzioni, i pesi dei vari componenti strutturali, per le varie tipologie costruttive; a tal proposito è stato più volte evidenziato come l’estensione del danno non sia sempre proporzionale ai relativi costi di ripristino (Di Pasquale e Goretti, 2001; Di Ludovico et al, 2017), soprattutto se in tali costi si comprendono quelli relativi alle finiture e agli impianti che è necessario ripristinare o adeguare a seguito degli interventi sulle strutture. Appare inoltre evidente la mancanza di un’informazione specifica relativa alla quantità di crolli riscontrati nell’edificio; al momento tale informazione può essere dedotta solo indirettamente dall’estensione dei danni di livello D4-D5. Tale dato potrebbe essere estremamente utile sia a fini pianificatori che di scelta della modalità di ripristino/ricostruzione; considerando le finalità appena descritte un campo multi-scelta su due-tre classi percentuali potrebbe essere sufficiente a descrivere lo stato dell’edificio. Lo stato di manutenzione dell’edificio al momento del sisma sarebbe un’altra informazione utile da prevedere all’interno della scheda, sia nell’ottica di quantificazione dei contributi per il ripristino/ricostruzione, sia ai fini della programmazione degli interventi. Nella versione attuale tali informazioni sono parzialmente presenti nel riquadro “utilizzazione” della sezione 2 e nel riquadro relativo all’accuratezza della visita nella sezione 8, ma mancano di organicità e sono quindi poco utili agli scopi sopra richiamati. Sono stati qui ripercorsi i principali passaggi che hanno portato allo sviluppo dell’attuale scheda Aedes. A seguito del terremoto del 1980 furono proposte schede sempre più articolate e complete per il rilievo prima del danno e in seguito anche dell’agibilità, e venne emanata la legge 225 del 1992, che inquadrò tutta la gestione della Protezione Civile in un contesto organico, superando quelle che erano state le difficoltà organizzative emerse con particolare forza nella gestione dell’emergenza conseguente a tale evento calamitoso. Considerato il lungo arco di tempo dalla sua codifica, una ulteriore limitata revisione, circoscritta ai pochi campi sopra descritti sarebbe auspicabile alla luce dello stato attuale delle conoscenze e delle nuove funzioni che le sono state attribuite nell’ultimo decennio. Nondimeno, anche il confronto meramente grafico tra la struttura dello strumento impiegato nel corso dell’emergenza sismica dell’Irpinia e della Basilicata e quello attualmente in uso (Fig. 2) documenta chiaramente l’avanzamento della conoscenza, ma anche una sempre più rilevante esigenza di diffusione della sensibilità e capacità tecnica specifica del personale tecnico destinato al rilevamento dei danni.
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