GNGTS 2021 - Atti del 39° Convegno Nazionale

31 GNGTS 2021 S essione 1.1 EVIDENZE DI TETTONICA ATTIVA LUNGO LA FAGLIA DELLA VAL ROVETO, MEDIA VALLE DEL FIUME LIRI (APPENNINO CENTRALE) G. Dixit Dominus 1 , D. Maceroni 2,1 , E. Falcucci 1 , F. Galadini 1 , S. Gori 1 , M. Moro 1 , M. Saroli 2,1 1 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma, Italia 2 DICeM - Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Cassino (FR), Italia Il settore appenninico compreso tra la Val Roveto, in Abruzzo, e il Lazio sud-orientale è una delle aree caratterizzate da elevata sismicità in Italia centrale, sia in riferimento ad eventi storici (terremoti del 1349 e del 1654; eventi con 5≤M≤6 come, ad esempio, quelli del 1922 e 1927), sia per quanto riguarda la sismicità strumentale. Se per il terremoto del 1349 è disponibile un’ipotesi sulla sorgente sismogenetica che lo ha generato, nel caso del terremoto del 1654 non è stato possibile ad oggi definire in modo conclusivo la faglia responsabile di tale evento, nonostante sia stato associato tentativamente a quella di Posta Fibreno che mostra evidenze di attività tardo quaternaria nel tratto compreso tra Vicalvi e Valpara (Saroli et al . 2012). L’incompleta conoscenza in prospettiva sismotettonica è soprattutto legata, nel caso della zona compresa tra la Val Roveto e la piana di Sora, alla scarsa definizione dell’attività tardo- quaternaria attribuibile alla faglia principale che interessa l’ampia area di studio, un elemento strutturale di importanza regionale, noto in bibliografia come “faglia della Valle del Liri” o “faglia della Val Roveto”, la quale è considerata una struttura crostale che raggiunge la discontinuità Moho (Mostardini & Merlini 1986; Locardi & Nicolich 1988; Cavinato et al ., 1994; Bernabini et al ., 1996). In particolare, indagini geologiche e geomorfologiche svolte in passato hanno suggerito che questa struttura tettonica, a cinematica complessa come evidenziato in Saroli et al ., (2003), sia stata attiva come faglia estensionale nella parte iniziale del Quaternario, ma la sua attività si sarebbe esaurita successivamente (Carrara et al ., 1995). Studi più recenti hanno invece ipotizzato che l’attività tettonica sia perdurata nel corso dell’intero Quaternario, come suggerito anche dall’evoluzione tettonico-carsica dell’area compresa tra Pescosolido e Posta Fibreno, proposta da Saroli et al ., (2006; 2012). Considerata la complessità di questo segmento di faglia appartenente alla “Linea Val Roveto- Atina-Caserta” (Funiciello et al ., 1981), mediante rilevamenti geologici e geomorfologici, si è voluto approfondire la storia tettonica recente del tratto che interessa la media valle del fiume Liri. Lo studio è stato focalizzato sull’individuazione degli elementi tettonico-strutturali associati alla faglia e dei depositi quaternari lungo il fianco sinistro della valle del fiume Liri e nella porzione settentrionale della piana di Sora, più precisamente nell’area compresa tra Morrea a nord e Posta Fibreno a sud. I dati acquisiti consentono di ipotizzare che nel settore indagato la faglia della Val Roveto sia stata attiva anche in epoca tardo-quaternaria, differentemente da quanto proposto da Carrara et al . (1995). A tale attività è in effetti riconducibile la dislocazione di sequenze continentali relative all’intero Quaternario, in particolare depositi di versante (brecce, detriti, colluvi) e alluvionali in facies di conoide. Evidenze di movimenti recenti sono state riscontrate lungo tutta la porzione di faglia analizzata. L’età di carboni contenuti in un deposito colluviale dislocato dalla faglia (colluvio “Le Chieie”, poco a est dell’abitato di Balsorano nuovo) permette di definire un evento di attivazione di questa, con conseguente fagliazione di superficie, successivo alla prima parte del II millennio d.C. Questo riferimento cronologico permette di attribuire attività storica alla faglia della Val Roveto. La correlazione di depositi al tetto e al letto della faglia ha permesso di valutare l’entità della dislocazione dei depositi quaternari. Ulteriori indagini sono in corso per definire vincoli cronologici relativi ai sedimenti dislocati al fine di ipotizzare tassi di movimento della faglia.

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