GNGTS 2021 - Atti del 39° Convegno Nazionale

GNGTS 2021 S essione 1.1 32 La lunghezza della traccia della faglia finora riconosciuta è circa 24 km. In base alle relazioni empiriche di Wells & Coppersmith (1994), è possibile ipotizzare che la faglia della Val Roveto sia potenzialmente in grado di generare eventi sismici di magnitudo pari a circa 6.7. Nel complesso, considerata la magnitudo massima associabile e l’evidenza di attivazione in epoca storica, è possibile ipotizzare che il terremoto del 1654 (Mw 6.33) sia stato generato proprio dall’attivazione della struttura indagata. Questa ipotesi sarebbe suffragata anche dalla distribuzione del danno dovuto all’evento sismico citato, compatibile con la geometria della faglia. Ulteriori indagini sono in corso per quanto riguarda il settore a nord di Morrea al fine di accertare se, anche lungo il tratto più settentrionale della struttura, siano presenti tracce di attività recente. L’acquisizione dei dati, tuttora in corso, sta contribuendo al miglioramento della comprensione del quadro sismotettonico del settore compreso tra Abruzzo meridionale e Lazio sud-orientale, con riferimento alla definizione della sorgente che potrebbe essere all’origine della storia sismica di questa porzione di territorio. Bibliografia Bernabini M., Di Bucci D., Orlando L., Parotto M., Tozzi M.; 1996: Gravimetric evidence of deep structure in mountain building: subducted Adriatic crust beneath the Tyrrhenian Moho in Central Italy . J. Geodynam., 21: 223-234. Carrara C., Frezzotti M., Giraudi C.; 1995: Area compresa tra la Valle Latina e la Valle Roveto. Stratigrafia plio-quaternaria . In Carrara C. “ Lazio meridionale. Sintesi delle ricerche geologiche multidisciplinari ” E.N.E.A., Dip. Ambiente, Serie Studi e Ricerche, 62-85. Cavinato G. P., Cosentino D., Funiciello R., Parotto M., Salvini F., Tozzi M.; 1994: Constraints and new problems for a geodynamical modelling of central Italy (CROP 11 Civitavecchia-Vasto deep seismic line). Boll. Geof. Teor. Appl., 36 (141- 144): 159-174. Funiciello R., Parotto M., Praturlon A.; 1981: Carta tettonica d’Italia alla scala 1:1.500.000. Publ. n. 269 del Progetto Finalizzato Geodinamica, C.N.R., Roma. Locardi E., Nicolich R.; 1988: Geodinamica del Tirreno e dell’Appennino centro-meridionale: la nuova carta della Moho . Mem. Soc. Geol. It., 41: 121-140. Mostardini F., Merlini S.; 1986: Appennino centro meridionale: sezioni geologiche e proposta di modello strutturale . Mem. Soc. Geol. It., 35, pp. 177-202. Saroli M., Biasini A., Cavinato G.P., Di Luzio E.; 2003: Geological Setting of the Southern Sector of the Roveto Valley (Central Appennines, Italy) . Bollettino della Società Geologica Italiana, 122. pp.467‑481, 9ff, 1 tav. f.t.. ISSN: 0037-8763. Saroli M., Moro M., Cinti F. R., Montone P.; 2006: La faglia Val Roveto-Atina (Appennino Centrale): Evidenze di attività tettonica quaternaria . 25° Convegno Nazionale GNGTS, riassunti estesi. CNR, Roma novembre 2006, 89-90. Saroli M., Moro M., Gori S., Falcucci E., Salvatore M.C.; 2012: Tettonica, idrogeologia e carsismo: un nuovo approccio multidisciplinare per lo studio della tettonica attiva. L’esempio della faglia di Posta Fibreno (Marsica occidentale-Lazio meridionale) . IV congresso nazionale AIGA, EngHydroEnv Geology 14b (2012), 215-216. Wells D. L. & Coppersmith K. J.; 1994: New empirical relationships among magnitude, rupture length, rupture width, rupture area, and surface displacement . Bull. Seism. Soc. Amer., 84, 974-1002. Autore di riferimento: girolamo.dixitdominus@ingv.it

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