GNGTS 2021 - Atti del 39° Convegno Nazionale

33 GNGTS 2021 S essione 1.1 IL TERREMOTO DEL 7 SETTEMBRE 1920: MECCANISMO FOCALE ED IMPLICAZIONI SISMOTETTONICHE E. Eva 1 , F. Pettenati 2 , S. Solarino 1 , L. Sirovich 3 1 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Nazionale Terremoti, Genova 2 Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, OGS, Trieste 3 Ricercatore indipendente, Trieste Introduzione Nell’ultimo millennio, l’Appennino Nord Occidentale ha subito terremoti distruttivi nel 1481 (Mw=5,6), nel 1834 (Mw=5,9), nel 1837 (Mw=5,9) e nel 1920 (Mw=6,5), a conferma che questa è una delle aree più attive dell’Appennino settentrionale. In particolare, il terremoto del 1920 colpì una vasta area compresa tra la Toscana settentrionale e la Liguria orientale, causando numerosi danni e vittime. Sulla base dei dati macrosismici, Guidoboni et al . (2019) hanno proposto una posizione epicentrale ad ovest di Piazza al Serchio. Questa posizione è significativamente diversa da quelle precedentemente proposte da Postpischl (1985a,b) e Camassi and Stucchi (1997) che erano rispettivamente a nord e ad ovest di quella identificata da Guidoboni et al . (2019). Solarino (2005), tramite dati strumentali, ha calcolato una localizzazione a nord-ovest di quella macrosi- smica con profondità di 4 km (± 7 km). La conoscenza delle caratteristiche del terremoto del 1920 ha rilevanza sia dal punto di vista della pericolosità che dal punto di vista della sismotettonica. Secondo l’interpretazione del DISS (2018), il terremoto del 1920 è legato all’attività della faglia Garfagnana Nord. Tuttavia fino ad ora non è stato possibile calcolarne il meccanismo focale con metodi tradizionali. In questo studio ricaviamo undici parametri della sorgente con il metodo KF-NGA, fra i quali la soluzione focale. Ne proponiamo inoltre un’interpretazione sismotettonica. Sismotettonica dell’Appennino Nord-Occidentale L’Appennino Nord-Occidentale è caratterizzato dalla presenza di grabens (Lunigiana e Garfagna- na) orientati NO-SE delimitati da sistemi di faglie normali con immersione NE e SO. Le faglie con immersione NE e alcune delle faglie con immersione SO sono considerate geologicamente attive dal tardo Quaternario (Di Naccio et al ., 2013). Gli stessi autori suggeriscono che le faglie più probabil- mente attive sono quelle più vicine al centro dei graben, la Groppodalosio e Compione-Comano in Lunigiana e Corfino e Barga in Garfagnana. Un sistema attivo di faglie anti appenniniche è situato tra il graben della Lunigiana e quello della Garfagnana, confermato dalla distribuzione della sismicità e dai meccanismi focali (Eva et al ., 2005; Eva et al ., 2014). Questo sistema è orientato OSO-ENE, con immersione NNO e carattere transtensivo destro. Questa zona di faglia è stata interpretata come un sistema di trasferimento (NAFZ) tra i graben della Lunigiana e Garfagnana (Brozzetti et al ., 2007). Per quanto riguarda la sismicità recente, i terremoti registrati negli ultimi 30 anni sono per lo più raggruppati in due allineamenti di tendenza NO-SE, a SO e NE dello spartiacque appenninico. In particolare, gli eventi sismici si concentrano lungo le principali linee tettoniche del complesso sistema di faglie dei graben Lunigiana e Garfagnana. Tra i due graben, gli eventi sismici sono concentrati nell’area della zona di trasferimento OSO-ENE (NAFZ), dove si è verificata la sequenza sismica del 2013. In tutta l’area la sismicità è sistematicamente meno profonda (< 17 km) nel settore SO che in quello NE (dove la profondità varia tra 17 e 40 km). Nel settore SO, i meccanismi focali sono prevalentemente distensivi, ad eccezione di alcune soluzioni trascorrenti, e di due soluzioni di compressione situate a profondità > 40 km. Nel settore NE, i meccanismi focali sono principal- mente compressivi.

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