GNGTS 2021 - Atti del 39° Convegno Nazionale

485 GNGTS 2021 S essione 3.3 L’USO DI DIVERSE CONFIGURAZIONI DI VOLO IN UN SISTEMA MAGNETOMETRICO DA DRONE F. Accomando 1 , A. Bonfante 2 , M. Buonanno 2 , A. Vitale 1 , G. Florio 1 1 Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse – Università di Napoli “Federico II”, Italia 2 ISAFOM, Consiglio Nazionale Delle Ricerche (CNR), Portici (NA), Ercolano, Italy Negli ultimi dieci anni, la miniaturizzazione di strumenti geofisici, come i magnetometri, ha re- centemente aperto nuove opportunità per installarli a bordo dei droni. L’uso di droni (Unmanned Aerial Vehicle, UAV) sta diventando un’alternativa desiderabile o un approccio complementare per il telerilevamento poiché questi consentono un’elevata versatilità e flessibilità rispetto ai tra- dizionali sistemi aerei o ai rilievi a terra. I sensori magnetici montati sui droni consentono di effet- tuare rilievi con caratteristiche intermedie tra l’aeromagnetismo tradizionale e i rilievi a terra in termini di risoluzione, estensione dell’area di indagine, quota del rilievo e velocità di esecuzione del rilievo. La caratterizzazione e la compensazione delle interferenze elettromagnetiche genera- te dalla piattaforma mobile è uno dei principali problemi legati al sistema UAV-magnetometro. La maggior parte degli studi ha concluso che per minimizzare queste interferenze la distanza minima da mantenere tra i sensori e la piattaforma mobile è di 3 m. Tuttavia, questa scelta può compro- mettere la stabilità del sistema o creare oscillazioni indesiderate dei sensori che possono intro- durre variazioni periodiche nei dati. In questo studio sono state effettuate misure magnetiche su oggetti metallici sepolti (probabilmente condutture e cavi) la cui posizione era sconosciuta. Sono stati condotti due diversi test utilizzando un UAV multirotore e un magnetometro atomico a vapori di cesio miniaturizzato (MFAM, Geometrics). Durante il primo rilievo, il magnetometro è stato fissato al carrello di atterraggio del drone, a soli 0.8 m di distanza tra i rotori e il magne- tometro; nel secondo test di indagine, i sensori sono stati sospesi tramite funi 3 m al di sotto del drone. L’analisi spettrale mostra che il segnale delle sorgenti sepolte e l’interferenza generata dal drone sono caratterizzati da frequenze distinte e non sovrapposte, anche quando la distanza tra il drone e i sensori è minima. Le anomalie individuate nelle mappe magnetiche ottenute da drone sono confrontabili in ampiezza e forma con quelle evidenziate da un rilievo magnetico al suolo, effettuato nello stesso sito di prova. Infine, le sorgenti individuate attraverso la modellizzazione dei dati dei rilievi aerei sono confrontabili in termini di posizione e profondità con quelle localiz- zate dai dati magnetici al suolo. Questi risultati dimostrano l’alta qualità dei dati acquisiti nelle due configurazioni di volo e del processing cui sono stati sottoposti. In conclusione, questo studio mostra che, in funzione del target del rilievo magnetico e delle condizioni di volo, possono essere scelte diverse configurazioni in un sistema magnetometro-UAV senza pregiudicare la qualità del dato acquisito, a patto di adattare il processing consequenzialmente. Autore di riferimento: filippo.accomando@unina.it

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