GNGTS 2021 - Atti del 39° Convegno Nazionale

GNGTS 2021 S essione 1.1 50 LA BUCA DEL TERREMOTO A SAN SEVERINO MARCHE (MC) - CARATTERISTICHE GEOLOGICHE E STORIA SISMICA M. Menichetti 1 , G. Monachesi 2 1 Università di Urbino 2 Pitino (MC) Corresponding author: marco.menichetti@uniurb.it 1. Introduzione La tradizione popolare talvolta associa al terremoto dei fenomeni geologici che con l’evento sismico non hanno nulla a che fare. Ciò ha portato a inserire ad esempio, nei repertori e cataloghi sismici, dei “falsi terremoti” come quello valtellinese del 4 settembre 1618 presente nel catalogo PFG (Postpischl, 1985) e in seguito riconosciuto come la frana di Piuro (SO). Nel caso delle frane una possibile spiegazione logica degli equivoci è legata anche al fatto che il termine “terrae- motus” significa letteralmente “movimento della terra”. Spesso è solo la voce popolare che collega l’apertura di una voragine con fenomeni sismici. In Italia e in Appennino in particolare, sono numerosi toponimi che richiamano il terremoto: C.Terremoto (AL), Rio del Terremoto, e Terremoto (PR), Ponte Terremoto (PZ), Mass.a Terremoto e Terremoto (MT), T.pa Terremoto (PZ), C.le Terremoto (TE), C.zo Terremoto (CL) ed anche la Buca del Terremoto (MC). L’obiettivo di questa nota è quello di descrive proprio la Buca del Terremoto (BdT), una cavità ubicata nel Comune di San Severino Marche (MC), definirne le condizioni geologico-strutturali e verificare la veridicità o meno della sua correlazione con eventi sismici storici. Infatti, alcuni studi sismologici (Boschi et al ., 1995) fanno riferimento a una tradizione popolare che assocerebbe la cavità al terremoto del 28 luglio 1799. Gli eventi sismici sono caratterizzati da numerosi effetti superficiali diretti ed indiretti collegati sia allo scuotimento che alla fagliazioni superficiale con deformazioni del terreno. Depressioni nel terreno e doline (sinkholes) sono forme note soprattutto nelle rocce solubili quali calcari ed evaporiti dove il processo di corrosione carsica può operare per la presenza di una circolazione idrica localizzata lungo sistemi di fratture. In molti sedimenti poco consolidati (sabbie, ghiaie, tufi etc) il flusso della falda freatica all’interno dei livelli maggiormente porosi può dar luogo a erosione/asportazione della componente fine del sedimento con la formazione di cavità sotterranee che possono collassare e raggiungere la superficie topografica. L’Appennino umbro-marchigiano è costituito da una successione stratigrafica Meso- cenozoica costituita in prevalenza da rocce carbonatiche. I fenomeni carsici superficiali non sono particolarmente diffusi e sono rappresentati dalle conche intermontane di origine tettonica dei Piani di Colfiorito (PG), Piani di Monte Lago (MC), Pian Grande di Castelluccio (PG), sui quali è impostata una circolazione idrica di tipo carsico. Importanti sistemi carsici sotterranei si sviluppano nei calcari giurassici e sono localizzati nei settori settentrionale dell’Appennino nel M. Nerone, M. Cucco, Gola di Frasassi. Cavità carsiche di modeste dimensioni sono distribuite abbastanza omogeneamente su tutta l’area e poco sviluppate nei termini calcarei del Cretaceo/ Paleogene della successione stratigrafica. 2. Geologia dell’area La BdT è una depressione ellittica di quasi 1.000 m2 di superficie, con un asse maggiore di 30 m orientato circa E-W e minore circa N-S di 25m; la profondità raggiunge i 10 m e il volume totale è di 11.000 m3 (Fig. 1b). Si apre a 798 m sldm a circa 3 km a SSWdal centro abitato di San Severino Marche, su di un ampio altopiano, nella parte sommitale del M. Colleluce che insieme al M. d’Aria

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