GNGTS 2021 - Atti del 39° Convegno Nazionale

53 GNGTS 2021 S essione 1.1 sismologici (Boschi et al ., 1995, Guidoboni et al ., 2018) associano la cavità al terremoto del 28 luglio 1799 su indicazioni di due studi, uno a carattere più storico (Paciaroni, 1984) l’altro a carattere più sismologico (Pergalani, 1984); quest’ultimo si limita però ad indicare la presenza del toponimo. Se il fenomeno si fosse realmente verificato a seguito del terremoto del 1799, ben difficilmente sarebbe potuto sfuggire all’attenzione di uno studioso dell’epoca, quale il dottor Moreschini. Quest’ultimo, l’anno dopo il terremoto, raccolse e pubblicò una quantità di testimonianze sui fenomeni elettrici e geologici cosismici di una vasta area, comprendente anche alcune località del territorio di San Severino, osservati in occasione del terremoto. Le nostre recenti interviste ad anziani del posto testimoniano come l’esistenza della BdT e i racconti sul rischio da essa rappresentato per viandanti e animali al pascolo, erano ben noti da generazioni. Inoltre, almeno dal Settecento alla metà del Novecento, l’attuale sentiero che costeggia la BdT, era molto frequentato sia da pastori sia da abitanti e visitatori occasionali dell’alta valle del Chienti, che se ne servivano per trasportare merci e armenti a San Severino Marche - la località principale dell’alta valle del Potenza. Tuttavia, nessuno ha lasciato testimonianze utili a collegare con certezza la formazione della BdT a uno specifico terremoto. Il toponimo non compare mai nelle tante fonti archivistiche analizzate e resta riconosciuto come evento cosismico unicamente nella voce popolare. Per dipiù la genesi della BdT in occasione del terremoto del 1799 è rimessa in discussione in una recente riedizione dello studio che ne ha rivendicato la paternità (cfr. Paciaroni, 1989 vs Paciaroni e Paciaroni, 2017). Nelle regioni Umbria eMarche sono note alcune cavità carsiche che si aprono nella Formazione della Scaglia Rossa (es. Buca del Diavolo a Colfiorito (MC), Vorgozzino a Baschi (TR), Pozzale a Massa Martana (PG) che hanno caratteristiche morfologiche simili alla BdT. Considerando poi che nell’area del M. Colleluce affiorano plaghe di livelli più marnosi della Fm della Scaglia al di sopra di quelli più calcarei, non è da scartare l’ipotesi di una copertura impermeabile, al di sopra delle rocce carbonatiche, che potrebbe aver concentrato e convogliato apporti idrici nel sottosuolo, favorendo il processo carsico. Nella BdT non sono state rilevate morfostrutture relative a crolli recenti e non esistono elementi geologici che possano permettere una collocazione storica della sua formazione. Fig. 2 - Storia sismica di San Severino Marche (MC) ottenuta integrando la versione più aggiornata del Data Base Macrosismico Italiano (DBMI15) da Rovida et al ., 2021.

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