GNGTS 2022 - Atti del 40° Convegno Nazionale

GNGTS 2022 Lectio Magistralis XXIII Sempre al riguardo dello studio degli effetti di sito, ma anche per iniziare una serie di studi innovativi sull’interazione suolo-struttura, venne installato un array verticale con sensori accelerometrici sia in pozzo (il più profondo a 145 m di profondità) che in un edificio adiacente (Figura 2). I dati di tali installazione consentirono di studiare il fattore di qualità Q per la coltre sedimentaria del bacino, e di identificare fasi convertite profonde all’interfaccia tra i materiali sciolti ed il substrato roccioso, (Parolai et al. , 2013). Infine permisero di individuare, e stimarne l’energia, onde rilasciate dalla struttura a causa del suo scuotimento (Petrovic e Parolai, 2016). Fig. 2 - Installazione dell’array verticale a Bishkek (Kyrgyzstan). In modo del tutto simile a quanto fatto per BIshkek, anche ad Almaty venne installata una rete sismometrica temporanea, così come vennero eseguite misure di rumore sismico su singola stazione. I dati registrati consentirono di stimare importanti effetti di amplificazione 2D e 3D nel bacino (Pilz et al. , 2018). Inoltre, le misure di rumore sismico furono utilizzate per l’applicazione di un approccio innovativo, che, a partire dai rapporti spettrali H/V di rumore sismico, ha consentito una ricostruzione ad alta risoluzione dei maggiori contrasti di impedenza, e delle faglie e discontinuità che li hanno generati (Parolai et al. , 2019). Infine, i dati acquisiti sono stati preziosi per risolvere il quesito riguardante la maggiore generazione di fenomeni di liquefazione e di cedimenti del suolo da parte del terremoto di Kemin rispetto a quello di Verny (Alshembari et al. , 2019). Le simulazioni numeriche effettuate considerando i dati ottenute dagli esperimenti hanno evidenziato come l’occorrenza di liquefazione sia stata facilitata, all’epoca del terremoto di Verny, dalla presenza di uno strato superficiale di suolo congelato. Tale strato, impermeabile, non consentì la diffusione della pressione di poro che raggiunse, all’interfaccia tra lo strato congelato ed il terreno sottostante, i valori dello stress verticale. Si vuole infine ricordare che tutte le attività sopra menzionate vennero svolte organizzando corsi, workshops e attività per facilitare il trasferimento della conoscenza, in stretta cooperazione con partners e utilizzatori locali. Ringraziamenti. Un ringraziamento a tutti i compagni di avventura, e a chi mi ha fornito cortesemente del materiale per la presentazione, sperando di non aver dimenticato nessuno. In ordine sparso: D. Bindi, A. Strollo, T. Boxberger, M. Pilz, S. Ullah, J. Zschau, S. Tyagunov, Massimiliano Pittore, Kevin Fleming, Marc Wieland, Joern Lauterjung, P. Augliera, E. D’alema, F. Maesano, R. Basili, R. Alshembari, N. Silacheva, S. Orunbaev, B. Moldobekov, D. Sandron, S. Usupaev, M. Picozzi, D. Di Giacomo, C. Milkereit.B. Petrovic, T. Abakanov., V. Poggi, C. Scaini, W. Frodella, V. Tofani

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