GNGTS 2022 - Atti del 40° Convegno Nazionale
12 GNGTS 2022 Sessione 1.1 REVISIONE DELLA SISMICITÀ ‘MINORE’, UN CONTRIBUTO AL MIGLIORAMENTO DELLE STIME DI PERICOLOSITÀ F. Bernardini, R. Camassi , C.H. Caracciolo, V. Castelli, E. Ercolani INGV- Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Bologna Premessa. La sismologia storica ha l’obiettivo di migliorare le conoscenze sulla sismicità del territorio nazionale, obiettivo essenziale per la caratterizzazione della sismicità e l’aggiornamento delle valutazioni di pericolosità e rischio. Questo obiettivo si consegue sia attraverso lo studio di terremoti forti, molti dei quali hanno margini di approfondimento rilevanti, che di terremoti di energia moderata e di tracce di eventi sconosciuti alla tradizione sismologica. Dopo la pubblicazione del catalogo PFG [Postpischl, 1985], il primo catalogo parametrico pubblico di terremoti italiani, le ricerche sulla storia sismica del territorio nazionale hanno avuto un forte impulso soprattutto dalla prima metà degli anni ’90 del secolo scorso con l’avvio di due iniziative, sostanzialmente complementari. La prima è il progetto “CFTI” [Catalogo dei Forti Terremoti Italiani], sponsorizzato dall’ING/ INGV, che aveva come obiettivo iniziale la revisione e l’approfondimento delle conoscenze su tutti i terremoti inclusi nel catalogo PFG con Io ≥VIII-IX MCS (346 terremoti) [Boschi et al. , 1995] ma che nelle versioni successive [Boschi et al. , 2000; Guidoboni et al. , 2007; 2019] ha progressivamente ampliato il proprio orizzonte anche a selezioni di terremoti con intensità minori ripresi da studi realizzati per progetti precedenti. La seconda iniziativa è il progetto “Analisi Attraverso i Cataloghi” [Stucchi, 1993], promosso negli anni Novanta del Novecento dal GNDT/CNR a fini di valutazione della pericolosità sismica. Il primo obiettivo di questo progetto è stato la revisione speditiva di tutti i terremoti inclusi nel catalogo PFG con Io ≥VII-VIII senza un proprio studio di riferimento. Il lavoro è stato in seguito esteso anche a terremoti di energia minore (ma sempre al disopra della soglia del danno) per un totale di 621 studi che hanno contribuito alla compilazione del catalogo NT4.1 [Camassi e Stucchi, 1997]. Quest’ultimo lavoro si è basato principalmente sull’analisi e approfondimento delle informazioni fornite dalla principale compilazione sismologica italiana [Baratta, 1901] e da un’ampia griglia di compilazioni sismologiche descrittive [Perrey, 1848; Mercalli, 1883; Baratta, 1897; De Rossi, 1889, etc.] e sulla verifica delle fonti – bibliografiche, archivistiche, giornalistiche, epigrafiche – citate dalle compilazioni stesse. Lo schema di filiazione di Fig. 1 è relativo a un caso reale e mostra quanto complesso e allo stesso tempo promettente possa essere un percorso di indagine di questo tipo, il cui punto di partenza (e di forza) è quello di esplorare e utilizzare a fondo il ricco patrimonio di conoscenze reso disponibile dalla “tradizione sismologica”, cioè dalle già citate compilazioni cronologico-descrittive di terremoti, prodotte in Italia e altri paesi europei dal XV secolo in poi. Questo approccio permette di ricostruire con un ottimo rapporto costi-benefici una immagine preliminare delle caratteristiche di ciascun evento studiato che rende disponibile una base di dati di pronto uso e al tempo stesso permette di orientare opportunamente le eventuali ricerche di approfondimento necessarie. Il lavoro di revisione e aggiornamento . In un discreto numero di casi (263 eventi) il livello di verifica si è tuttavia sostanzialmente arrestato alle compilazioni sismologiche (nella finestra temporale 1000-1899) e - per gli studi realizzati nell’ambito di una estensione del progetto iniziale denominata “Analisi Attraverso i Bollettini” - alla rete di bollettini macrosismici prodotti tra il 1880-1980. In seguito, grazie a ricerche svolte su aree ed eventi specifici (es. il terremoto umbro- marchigiano del 1997-1998) il numero di terremoti inclusi nelle successive versioni del catalogo parametrico nazionale CPTI sulla base di studi speditivi si è ridotto. Tuttavia, ancora
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