GNGTS 2022 - Atti del 40° Convegno Nazionale
GNGTS 2022 Sessione 1.1 75 A 41 ANNI DAL TERREMOTO DEL 1980: RESILIENZA E RICOSTRUZIONE NELL’ALTA VALLE DEL CALORE (AV) M. Pizza 1 , A.M. Michetti 1,3 , M.F. Ferrario 1 , A. Capone 2 , R. Nappi 3 , S. Porfido 3,4 1 Università dell’Insubria, Como, Italy 2 Libero professionista, Montella (AV), Italy 3 INGV-Osservatorio Vesuviano, Napoli, Italy 4 CNR- ISA, Avellino, Italy Introduzione. L’obiettivo del presente lavoro è l’analisi dettagliata degli effetti cosismici ambientali e della vulnerabilità dell’ambiente fisico di quattro Comuni della Provincia di Avellino (Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Castelfranci e Montella), colpiti dal terremoto del 1980, situati lungo le rive del Fiume Calore Irpino e posti a poche decine di chilometri dall’epicentro. Lo studio è relativo al percorso di resilienza durato oltre quarant’anni, affrontato da queste comunità, per le quali è stato possibile recuperare una gran mole di dati utili alla caratterizzazione del territorio e al percorso affrontato per la ricostruzione (Pizza et al. , 2020; Pizza, 2021). Il terremoto del 1980. Il 23 novembre 1980, un forte terremoto colpì la Campania e la Basilicata, con una intensità macrosismica Io=X MCS e magnitudo M w 6.9, che rappresenta ancora oggi l’evento sismico a più elevata energia avvenuto in Italia negli ultimi cento anni (Postpischl et al. , 1985; Rovida et al. , 2022). Il terremoto fu risentito in tutta Italia, colpì 800 località, furono distrutte complessivamente 77.342 abitazioni (4%), 275.263 (15%) furono gravemente danneggiate e 479.973 (26%) furono lievemente danneggiate. Le vittime furono 2.914, i feriti 8.848 e gli sfollati circa 280.000 (C.N.VV.F., 1980). Il terremoto del 1980 provocò anche numerosi effetti sull’ambiente naturale, sia primari sia secondari. Nell’area epicentrale furono riscontrati effetti primari di fagliazione superficiale (Westaway and Jackson, 1984; Pantosti and Valensise, 1990; Blumetti et al. , 2002; Porfido et al., 2007; Serva et al. , 2007; Porfido et al., 2022). Tra gli effetti secondari, i fenomeni gravitativi furono i più diffusi, vennero riconosciute oltre 200 frane sismoindotte, fratture nel suolo, 21 casi di liquefazione e numerose variazioni idrologiche relative alla portata delle sorgenti e dei fiumi (Porfido et al. , 2007; Serva et al. , 2007). L’intensità epicentrale, stimata con la scala ESI- 2007 (Michetti et al. , 2007), è pari al X grado. Effetti ambientali sismoindotti nell’Alta Valle del Calore. Nell’area dell’Alta Valle del Calore furono rilevati numerosi effetti cosismici sull’ambiente naturale (Fig. 1). Fratture nel terreno furono osservate lungo il lineamento tettonico Calaggio-Croci di Acerno, di cui una beante, con apertura di pochi cm e lunghezza di oltre 1 km (Capone et al. , 1984). Furono osservati fenomeni gravitativi sia di modesta entità, relativi soprattutto a crolli, sia a più larga scala, come gli scorrimenti rotazionali osservati nei pressi dell’abitato di Castelfranci (estensione tra i 10 e i 20 ettari). Inoltre, furono osservati alcuni fenomeni di liquefazioni presso la Piana del Laceno e variazioni idrologiche nelle sorgenti di Cassano Irpino e Caposele, dove fu osservato un forte aumento della portata, durato pochi mesi e non correlabile con le precipitazioni cadute in quel periodo; oltre all’intorbidamento delle acque, fenomeno temporaneo di breve durata (Celico, 1981; Cotecchia and Salvemini, 1981; Esposito et al. , 2001). Alta Valle del Calore: livello di danneggiamento post-sisma. I comuni compresi nell’area di studio contano complessivamente 13.036 abitanti (01.01.2022), Castelfranci attualmente è classificato nella I categoria sismica, gli altri comuni nella II (al 31.03.2022). Questi comuni, a seguito del terremoto del 1980, hanno subito un danneggiamento al patrimonio edilizio non molto elevato, valutato con un’intensità compresa tra il VII e l’VIII
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